
Flower Thrower, conosciuta anche come Love is in the Air, è una delle opere più iconiche di Banksy. L’immagine raffigura un manifestante con il volto coperto, nell’atto di lanciare un mazzo di fiori al posto di una molotov. Il soggetto è stato spesso reinterpretato come simbolo del conflitto israelo-palestinese. Questo tema ha sempre toccato da vicino l’artista di Bristol, che nel tempo ha cercato di attirare l’attenzione dell’Occidente sulle difficili condizioni in cui vivono i palestinesi. La versione più nota del murales apparve nel 2003, dipinta su un garage di Gerusalemme Est. Anni dopo, nel 2017, una variante incorniciata venne esposta alle pareti del Walled Off Hotel di Betlemme, un progetto artistico e politico ideato dallo stesso artista. A un primo sguardo superficiale, la figura potrebbe sembrare quella di un ribelle palestinese. Ma osservando meglio, si intuisce che potrebbe trattarsi in realtà di un giovane occidentale, forse agiato, coinvolto in una protesta violenta. Il contrasto tra la gestualità aggressiva e la delicatezza dei fiori – simbolo di pace – rompe la coerenza visiva e lancia un messaggio chiaro: è necessario sostituire la violenza con gesti di riconciliazione. Banksy sembra suggerire che la strada della convivenza potrebbe essere intrapresa, se solo si volesse cambiare approccio. Un invito, forse, agli israeliani: lanciare f iori, non bombe. Nonostante l’inasprirsi del conflitto e le controverse decisioni politiche del premier Netanyahu, l’opera continua a proporre una visione alternativa. Un gesto semplice che, nella sua forza simbolica, non smette di parlare.
