AUDIO 6 - RATS
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L’artista che più ha ispirato Banksy all’inizio della sua carriera è senza dubbio lo street artist francese Blek le Rat. Queste le parole dell’artista di Bristol: “Ogni volta che dipingo qualcosa di leggermente originale, scopro che Blek le Rat l’aveva già fatto, solo vent’anni prima”. Uno degli elementi più ricorrenti nell'immaginario di Banksy è il topo, figura che l’artista riprende dal suo collega francese. Questo piccolo animale diventa simbolo dell’artista ribelle, colui che opera ai margini, contro l’ordine costituito. Il termine inglese “rat” cela un’arguta trovata linguistica: è infatti l’anagramma di “art”. Nei lavori dell’artista, i topi non sono mai innocui spettatori. Essi agiscono: forzano serrature, imbrattano muri, compiono gesti eclatanti pur rimanendo in silenzio. Le loro sagome, realizzate con la tecnica dello stencil, compaiono ovunque nello spazio urbano. Nel suo libro Wall and Piece, Banksy ne offre una descrizione potente: “Vivono ignorati, sono disprezzati e perseguitati. Sopravvivono in condizioni degradate, in un mondo che li rifiuta. Eppure, hanno la forza di rovesciare intere civiltà. Se ti senti sporco, invisibile e non amato, allora i topi sono il tuo emblema”. Questi roditori, nel loro agire ostinato, incarnano una sorta di alter ego dell’artista: sono impegnati in gesti simbolici, dipingono, protestano e trasportano messaggi. Nel lavoro Get Out While You Can, ad esempio, un topo scruta lo spettatore con fare sospettoso, reggendo un cartello da manifestazione. Porta al collo un ciondolo con il simbolo della pace, mentre lo slogan che lo accompagna – traducibile con “Scappa finché sei in tempo” – crea un effetto dissonante. La postura curva e lo sguardo ironico umanizzano l’animale, rendendolo un veicolo emotivo sorprendentemente efficace. In questo modo, Banksy stabilisce un contatto diretto tra la sua creatura e chi osserva, proiettando nel roditore la propria voce ambigua e dissacrante.