AUDIO 3 - BANKSY
AUDIO 3 - BANKSY
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Banksy è l’unico artista ad essere oggetto costante di un dibattito pubblico. Egli è il più misterioso e controverso artista del nostro tempo, sempre capace di produrre notizie da copertina. Parlare della sua biografia è una vera e propria impresa, dal momento che la sua identità non è ancora stata svelata. Nativo di Bristol, a partire dagli anni Novanta ha iniziato a realizzare stencil di grande realismo, quasi sempre animati da un messaggio politico, anticapitalistico e antiautoritario. Le sue opere si relazionano profondamente con l’ambiente che le ospita, arrivando a noi con lo scopo di destabilizzare la nostra percezione. Soldati armati che dipingono il gesto della pace, bambini che indossano maschere antigas, ragazzine che abbracciano pezzi di artiglieria. Le composizioni di Banksy non intendono esclusivamente stupirci per il loro soggetto ma, spesso, fanno parlare di sé per la loro collocazione. Il più noto street artist al mondo ha lavorato sul muro che separa Israele dalla Palestina, era in Ucraina allo scoppio della guerra e in altre situazioni che, apparentemente, non lascerebbero spazio ad espressioni artistiche. La pericolosità, per lui, non è più soltanto legata al rischio di essere trattenuti dalla polizia, ma, più concretamente, di trovarsi coinvolti in qualche drammatico scenario di guerra. Le sue installazioni coinvolgono lo spazio urbano, vandalizzando segnali stradali, accostandosi e dialogando con le telecamere di sicurezza o irrompendo (senza invito) nei musei. L’artista è entrato al Louvre e al Metropolitan di New York (per esempio) eludendo la sorveglianza dei custodi e appendendo indisturbato le proprie opere, con relative didascalie. In questo caso le installazioni erano destinate a profanare e deridere l’istituzione culturale dominante. Banksy vuole perciò guardare il sistema dell’arte dall’esterno, allo scopo di demistificarlo. La sua forza comunicativa risiede principalmente nel suo essere avvolto nel mistero. Un’esistenza fumosa che gli permette di avere paradossalmente una visibilità assoluta e che contribuisce a fare di lui una figura mitica. Banksy non c’è, ma al tempo stesso è dappertutto. Egli parla al suo pubblico utilizzando il linguaggio che meglio conosce: quello dei social. Le novità che lo riguardano escono, prima di tutto, sul suo canale Instagram. Poi sono i mass media ad amplificare il messaggio ai quattro angoli del pianeta. Egli, inoltre, come Haring e Andy Warhol, possiede un segno grafico immediatamente riconoscibile e pronto per essere diffuso in migliaia di esemplari declinati su una molteplicità di supporti. Banksy però, ancora una volta come Haring ma in maniera profondamente diversa da Warhol, vuole sempre comunicare un chiaro messaggio politico. Ogni sua opera possiede uno scopo: contribuire a cambiare la mentalità delle masse e a migliorare la società. Concettualmente ambisce ad essere un artista profondo e significativo, anche se si esprime in maniera estremamente semplice. Da Warhol, Banksy ha sicuramente preso in prestito l’ironia, talvolta condita da una certa passione per il black humor. Le sue composizioni ci attraggono e ci respingono. Ci fanno provare una sensazione di ilarità, ma al contempo ci lasciano una sensazione di straniamento.